#ma in che senso Riccardo
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omarfor-orchestra · 9 months ago
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Se pensate di essere fan n1 di DamianoGavino ricordatevi che esiste RiccardoRossi che conosce sua madre suo padre sua sorella e l'indirizzo di casa sua. Statece
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angelap3 · 6 months ago
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Il viaggio di ritorno è sempre più breve. È una cosa senza senso, perché la strada è la stessa. Ma è l’anima di chi lo compie che è diversa. Ed è la prova che lo spazio e il tempo cambiano, a seconda di quello che ti porti dentro.
Riccardo Bruni
Foto di Dario Mitidieri
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kon-igi · 1 year ago
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OGGI VI DEVO PARLARE DI UNA PERSONA
Nel primo decennio del nuovo millennio nella mia bolla c’era questa specifica idea - credo peraltro condivisa largamente - che le nuove conoscenze fatte online fossero superflee, effimere e a tratti persino pericolose.
‘La gente sull’internet è weird&creepy’ disse quello che si era fatto gli amici di una vita a suon di lanci di dado a 20 facce facendo finta di essere una bardo ladro mezzelfo scuro.
Poi è arrivato Facebook e in effetti ebbi la conferma che la gente sull’internet era davvero weird&creepy, solo che la gente era il tuo compagno di liceo Riccardo che era diventato un cattolico fondamentalista o la zia paterna regina del complottismo cringe.
E Tumblr nel 2010 capitò proprio al momento giusto.
Anche lì la gente era weird&creepy - magari quando in autostrada tutti ti vengono addosso forse quelli contromano non sono loro - però lo erano in un modo specifico e selezionabile, ragion per cui, lentamente, ho potuto conoscere e circondarmi (virtualmente e alcuni dal vero) di persone che in qualche modo non mi rompevano il cazzo con i loro problemi di scarsa elaborazione neurale...
Non le inevitabili conoscenze della vita reale, non i parenti né gli ‘amici’ di facebook ma persone degne di condivisione.
Oramai per me è cosa risaputa ed esperita che ogni tipo di interazione con altri individui ti cambia e sta a noi che questi cambiamenti avvengano per comprensione e non per contrapposizione ma oggi voglio parlarvi della persona che negli ultimi anni, più di tutti, è riuscita a restituirmi il senso della serenità delle cose, rendendomi sicuramente migliore di quanto non fossi prima.
Nella vita di ognuno esistono due tipi di dolore: quello che ci fa soffrire e quello che ci fa cambiare.
In realtà il dolore è uno solo - fisico o emotivo che sia - ma è cosa decidiamo di tenere e di rifiutare di esso che fa la differenza tra il dolore che ci fa accartocciare su noi stessi e quello che ci fa aprire all’altro.
E questa persona, nella sua grande sofferenza fisica e psicologica, si è aperta completamente alla comprensione degli altri, al punto che nei miei 50 anni di vita posso tranquillamente affermare che è la persona più buona che io abbia mai conosciuto.
E davvero non è un aggettivo che uso a caso.
In questi pochi ma tanti anni mi ha insegnato che forse è più faticoso comprendere le ragioni del male ma che capire ti restituisce un senso più grande del semplice scagliarsi a testa bassa contro tutto quello che è sbagliato perché non è come noi.
Mi ha insegnato che provare tristezza invece che rabbia di fronte alle ingiustizie è il modo migliore per essere vicino alle persone che quelle ingiustizie le hanno subite, piuttosto che urlare rabbiosi in direzione del carnefice voltando loro le spalle.
Mi ha insegnato a togliere la maschera dell’odio alle persone, per scoprire che sotto di essa c’è sempre un volto impaurito, sotto più ancora uno piangente e dietro a tutte un bambino che non è stato abbracciato quando più ne aveva bisogno.
E io ho imparato la gentilezza di un sorriso dispensato quando magari non avresti alcun motivo per sorridere.
Beh... grazie @surfer-osa e, soprattutto, buon compleanno <3
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smokingago · 6 months ago
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A 21 anni la mia prima vera storia è finita
perché la ragazza con cui stavo allora mi ha tradito.
Non una volta. Più volte.
Con persone diverse.
Anche persone che conoscevo
e con cui a volte mi portava fuori a cena…
a 23 anni la mia seconda storia è finita
perché ho trovato la mia ragazza a letto
con il suo migliore amico.
Trovata. letteralmente.
Ho aperto la porta della stanza e lì ho
beccati proprio intanto che…
Lo stesso anno papà si è ammalato di cancro.
Se n’è andato via tre anni dopo.
E mamma ha iniziato a vivere da sola
perché io sono figlio unico
e stavo studiando fuori casa.
È successo che per diversi anni
mi sono sentito perso.
Ho odiato la mia sensibilità e le scelte della vita.
Ma sapete che cosa è successo poi?
E’ successo che qualche anno
dopo a una festa ho incontrato
una ragazza vestita di nero che rideva
in un modo
che non avevo mai visto.
E ci siamo baciati.
E la settimana seguente siamo andati
ai mercatini di Natale.
E poi a mangiare la pizza.
E una mattina le ho mandato
una brioche a lavoro per darle il buongiorno.
E adesso, quasi dieci anni dopo.
È ancora qui.
È successo che durante un’estate
con il cuore rotto
al lago ho conosciuto persone nuove.
E abbiamo fatto dei tuffi,
e poi siamo andati a ballare,
e poi a vedere un concerto.
E adesso sono fra gli amici migliori
che posso desiderare.
Quelli che saranno vicino a me tutta la vita.
E' successo anche che un giorno
sono arrivate delle rose a mamma.
E che mamma ha dovuto combattere
il senso di colpa
verso papà, che non aveva mai smesso
di amare ma che non c'era più.
E alla fine si è buttata.
Si è data un’opportunità.
E è successo che adesso mamma è felice,
ha un compagno che amo
e che qualche volta mi dà una pacca
sulla spalla e mi chiama “figliolo”.
E io gli voglio bene come a poche altre persone.
Quello che voglio dirvi è questo.
E’ che a volte succedono delle cose
che ci rompono.
Perdiamo amori, lasciamo andare la fiducia,
smarriamo per strada amici e un po’
anche noi stessi,
vediamo soffrire le persone che amiamo
e ci sentiamo impotenti.
E pensiamo che non saremo mai più felici.
Ma non è vero.
Arriva sempre un amore nuovo.
E arrivano sempre persone nuove
che saranno i tuoi nuovi amici
e scoprirai che se quelli di prima li hai persi
c’era una ragione. Anche se non la vedevi.
Quando qualcosa ti rompe il cuore
Pensi sempre che non riuscirai ad uscirne.
Ma non è così.
Anche il sole del giorno più brutto
prima o poi deve tramontare.
La vita a volte ti mette davanti a cose
che ti rompono
il cuore anche se non te le cerchi da sola.
E allora non rendere la tua vita impossibile tenendoti stretto
qualcuno che non può amarti.
Starai bene anche senza di lui.
Vedrai.
Riccardo Bertoldi
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m2024a · 10 months ago
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/la-poesia-deve-alzare-le-proprie.html La poesia deve alzare le proprie barricate contro l'invasione dell'antiumanesimo Soltanto chi come me, o come qualcuno dei miei lettori, ama davvero la letteratura si rende conto, senza ipocrisia, che nella società odierna e per le attuali classi dirigenti la letteratura è diventata un impiccio, un residuato, qualcosa da portare in cantina a riempirsi di polvere. Oggi è, o sembra, tutto finito. Inutile ricordare agli uomini della politica e dell'economia, qualunque sia il loro colore politico, che se l'Italia non è rimasta una espressione geografica, ed è nata in quanto entità storica e statuale è stato soprattutto perché l'hanno sognata, preconizzata, amata i poeti, da Dante a Petrarca, da Foscolo a Manzoni al giovane Leopardi, da Carducci a D'Annunzio, da Ungaretti a Pasolini. Inutile ricordare che l'Italia è prima di tutto la sua lingua meravigliosa e dorata, è il suo patrimonio inesauribile d'anima, d'arte, di poesia, di musica. Sembra che sia chiaro soltanto tra i pochissimi grandi uomini rimasti in Italia, penso a Riccardo Muti. Sono venuti in odio i modelli eccellenti, erosi da un falso egualitarismo straccione, e dal dominio dei social, dove «uno vale uno» e il primo pirla può impunemente apostrofare un premio Nobel: fenomeno che condannò anche Umberto Eco, non sospettabile certo di simpatie per gli «apocalittici» nemici della modernità. La scuola, disastrata in maniera equanime da governi di sinistra e di destra sino all'abominio grillino dei banchi a rotelle, ha ridotto lo studio della letteratura a pochi autori, spesso soltanto del Novecento, ignorando i classici e il loro splendore e, di fronte ad ancora tanti bravissimi insegnanti, c'è sempre qualcuno (a volte ministri come il non rimpianto Franceschini) che preme per dare più spazio a fumettisti, saltimbanchi, cuochi, comici, rapper, trapper, cantautori, dj, influencer: seguendo pedissequamente ogni moda. Si è inventato il binomio scuola lavoro, come se l'insegnamento invece di formare prima di tutto esseri umani nella loro interezza dovesse formare pizzaioli, con tutto il rispetto per la categoria. Il lavoro della scuola era far crescere il sapere e l'anima del ragazzo, la sua comprensione di se stesso, della società, della storia, del mondo. E niente poteva farlo meglio di quell'antico ma sempre nuovo sistema di conoscenza che è la Letteratura. Niente formava di più e più in profondità che leggere poesie e romanzi, grandi strumenti di educazione al destino. Niente formava di più che il pensiero dei grandi, da Machiavelli a Galileo, da Vico a De Sanctis. Intendiamoci, non è che oggi non ci siano più quelli che scrivono poesie e romanzi. Ormai il 90 per cento degli italiani ha pubblicato un romanzo, i social diffondono a piene mani poesia, e chiamano poesia anche ogni incolpevole vagito e belato sentimentale. Ci sono in giro migliaia di sedicenti autori che scrivono tutti allo stesso modo, carino e insignificante, quasi sempre lontani da ogni scossa metafisica, da ogni senso del mistero, da ogni empito fantastico, e riducono il romanzo a qualche bella frase, a qualche trovata, o a tanto lacrimoso patetismo autobiografico. Eppure in questo mare magnum, dove nessuno distingue più niente da niente, ci sono ancora libri appassionanti e autori veri. Fiorisce la letteratura di genere, dove almeno persistono i temi eterni del male, della giustizia, della verità, e che il mercato premia (cosa che è vano vituperare): io leggo con piacere per esempio Donato Carrisi, e quando mi è capitato di conversare con Maurizio De Giovanni ho toccato con lui temi a me cari come il mito con più vivacità che con autori snobbetti e un po' premiati, magari usciti dalla celebratissima scuola Holden. Poeti veri e grandi, penso ad esempio a Milo De Angelis, esistono ancora. E ogni giorno ricevo testi di giovani che credono nella poesia e scrivono in cerca di nuove forme del vivere e di assoluto. Scrittori di alta qualità ci sono, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Eraldo Affinati, per esempio. E ci sono i critici, penso a Giorgio Ficara, a Alfonso Berardinelli, a Massimo Onofri, a Silvio Perrella, per altro saggisti e scrittori in proprio: ma esiste sempre di meno lo spazio editoriale e istituzionale per esercitare l'importantissimo compito della critica, vagliare la produzione letteraria, individuare i valori più forti, non transeunti, seguire gli autori, sostenere una tendenza. Oggi tutto è effimero, volatile, virtuale. Leggero: ma non si dica con criminale menzogna che è la leggerezza di Italo Calvino: tutt'al più è quella di Luciana Littizzetto. A cui preferisco le giovani tiktoker, che quando cinguettano innamorate di un titolo possono anche riservare sorprese, magari stanno rileggendo e rinverdendo un classico... Il vuoto è prima di tutto un vuoto sociale, culturale, spirituale. Ed è da connettersi al crollo dell'umanesimo, che dalla Firenze del Rinascimento sino all'esistenzialismo di Sartre e di Camus aveva innervato la cultura europea. Per molti esponenti del mondo intellettuale l'essere umano non è più al centro della società, l'essere umano intero, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue debolezze, la sua follia, la sua capacità di ribellione, di autodeterminazione del proprio futuro. Ed è caduto a picco il senso della Tradizione, che è da modaioli imbecilli vedere come passato e polvere, mentre è conoscenza attiva e critica delle radici e insieme forza propulsiva per proseguire nella costruzione di una civiltà. La letteratura è stata a lungo il midollo spinale (l'espressione è di Jacques Attali) di una Nazione. E certamente di quella Europa che per primo Victor Hugo sognò come «Stati Uniti d'Europa». Senza letteratura, senza poesia, senza il primato dello spirito si configura una società non liquida, come vuole una celebre definizione sociologica, ma smidollata, un'Europa vaso di coccio tra le Potenze del nuovo ordine mondiale, prona di fronte alle insidiose idiozie nichiliste della cosiddetta cancel culture che ha soffiato dall'America in questi anni e alla fine si è rivelata una cultura della cancellazione, o del tentativo di cancellazione, guarda caso, proprio della parte gloriosa della cultura europea, oggi indifesa, incapace di reagire, di ritrovare l'orgoglio e l'amore di se stessa. Per la prima volta nella storia dell'umanità al vertice dei valori, come potere assoluto e incontestabile, è rimasta l'economia, declinata come finanza e profitto. E per la prima volta nella storia dell'umanità tutto il resto viene considerato un ingombro, qualcosa di attardato e inutile: il sacro, l'ideale, la gratuità, il valore, l'onore, la bellezza spirituale, la ribellione: il tesoro millenario della letteratura, da Omero a Borges. Il primato totalitario del profitto non ha niente a che fare col liberalismo che conosco io, quello di Benedetto Croce, Panfilo Gentile, Salvador De Madariaga. È in realtà un feticcio, un idolo, un Vitello d'Oro senza nessun Mosè in vista pronto ad abbatterlo: una irresistibile forza disumanizzante. Il pericolo, senza un nuovo umanesimo per il XXI secolo, è che si corra verso un'era di uomini-macchina, in balia di piccoli desideri indotti dalla pubblicità (e non so ancora per quanto dai miserabili imbonitori elettronici detti influencer), un'era di esseri privi di carne, di anima, di sesso, di radici, di sogni, vacui consumatori di tempo libero, prodotti deperibili e altrettanto deperibili ideologie. Uno strumento di opposizione, di resistenza e forse di contrattacco rispetto alle forze dell'antiumanesimo è la voce legislatrice (anche se mai riconosciuta come tale) della poesia, quell'antico e attualissimo sistema di conoscenza dell'anima e dell'universo che chiamiamo letteratura. Per questo nel disegno dei dominatori tecnologici ed economici del mondo poesia e letteratura non devono valere più niente, non devono avere spazio né ascolto. O, come ho appreso interrogando Chat GPT, opere poetiche e narrative potranno essere prodotte, pulite e anestetizzate, dalla IA, «assolutamente sì». Non so se un disegno così riuscirà. Dico soltanto che se riuscirà, quando saranno abbattute le statue di Virgilio, Dante, Shakespeare, Michelangelo, Goethe, Beethoven, Voltaire, Tolstoj la civiltà europea sarà finita. A me questo disegno non piace, e sono disposto, cari lettori, ad avversarlo sino all'ultimo sangue. All'ultima pagina.
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vintagebiker43 · 2 years ago
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ANTOLOGIA MACABRA
Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, evoca la teoria complottista e razzista della sostituzione etnica (19 aprile). Ma poi, stupito delle reazioni inorridite, ci rassicura: tranquilli, la mia è solo ignoranza (20 aprile).
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo approfondite ricerche sulla storia del pensiero politico, scopre che il fondatore della destra in Italia è Dante Alighieri (14 gennaio), mescolando con signorile nonchalance il grande intellettuale medievale con concetti del moderno pensiero politologico e, perché no, un po’ di capre e un po’ di cavoli.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, individua la vera causa che porta milioni di persone a scappare dalla loro terra: il problema non va cercato nel periodo coloniale che ha sconvolto le società che l’hanno subito, e neanche nelle guerre spesso fomentate dal mondo ricco, né, tanto meno, nel cambiamento climatico; il problema è l’opinione pubblica italiana (25 marzo) che, evidentemente, deve essere raddrizzata, in un modo o nell’altro. Lo stesso Ministro ci informa anche che i veri colpevoli della morte di tanti bambini nei viaggi della disperazione sono i loro genitori (27 febbraio) che non li fanno viaggiare su comode e sicure imbarcazioni. Negare i problemi e trovare un colpevole, uno qualunque.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ci rende partecipi della sua personalissima teoria pedagogica: per i bambini che non si conformano allo standard, lo strumento educativo migliore è l’umiliazione (21 novembre). Signor Ministro, alcuni miei amici e io consideriamo questa affermazione aberrante e ritengono che un’educazione fondata sull’umiliazione formi tanti piccoli nazisti, non menti libere e aperte, sia cioè la negazione dell’educazione stessa. Ma, come dice lei Ministro, forse il nostro pensiero è roba vecchia, figlio del periodo dell’”egemonia culturale della sinistra gramsciana che è destinata a cessare” (28 dicembre) (non voglio sapere, per il momento, come pensa di farla cessare). Adesso siamo nell’anno primo dell’era … (già, di quale era?) e tutto è cambiato.
Intanto, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, riscrive la storia dell’attentato di via Rasella e, con un colpo di bacchetta magica, trasforma i nazisti invasori stragisti in una innocua banda musicale di pensionati (31 marzo) e i partigiani in assassini di quegli allegri musicanti.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, persona gentile e equilibrata, storpiandone il cognome in Bàkelet, ci fa intendere di non aver mai sentito parlare dell’omicidio di Vittorio Bachelet sulle scale della Sapienza, degli anni di piombo e del più ampio problema della strategia della tensione che ha segnato, forse fino ai giorni nostri, la storia italiana (20 aprile).
Sembra un’antologia di umorismo macabro, ma sono dichiarazioni dei più alti rappresentanti delle istituzioni. La verità è menzogna e la menzogna è verità. Forse ha ragione il Ministro Lollobrigida, è solo questione di ignoranza (20 aprile). L’ignoranza, di per sé, non è una colpa. Ma l’ignoranza, che spesso fa rima con arroganza, unita al potere, è un’arma di distruzione di massa, innanzitutto di massa cerebrale.
Ma il problema ancor più serio è che – mi pare – ci stiamo assuefacendo ad ascoltare queste parole prive di senso, o dotate di un senso macabro, restando indifferenti. Questa assuefazione, questa indifferenza è ciò che fa paura. E’ importante, oggi più che mai, ricordarci l’un l’altro e insegnare ai giovani che le menzogne non sono opinioni, che i crimini sono crimini, che il bene comune è superiore al bene individuale, che i confini sono punti di contatto, che i bambini sono sacri e non possono essere piegati attraverso umiliazioni senza distruggerli. E che il conflitto fra valori di vita e disvalori di morte non ha niente a che fare con la normale dialettica democratica.
@Riccardo Cuppini
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tempi-moderni · 29 days ago
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Tutto dipende da quel che vuoi
Se cerchi dei soldi tu li avrai
Ma se cerchi una cosa impalpabile
Il senso profondo degli uomini
Allora il discorso è difficile
Lo devi volere di più
E lo avrai
Non è semplice
Però se davvero lo vuoi
Riccardo Cocciante
youtu.be/oexaRZPvVdQ?si…
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manifestocarnivoro · 1 month ago
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HULLÁR ANDREA REKA, MACELLAIA DI BUDA
Hullár Andrea Reka è una macellaia di Buda e nella sua macelleria su una collinetta fuori dal traffico entrano carni assai pregiate: molte da animali allevati in Ungheria, ma alcune anche dall’estero. «Dove posso avere un controllo diretto, mi procuro informazioni di prima mano sull’alimentazione dei bovini, che deve avvenire solo con fieno e cereali. Quando ciò non è possibile, chiedo una certificazione in tal senso da parte dell’importatore». Le carni richieste vengono cucinate per ottenere il piatto più originale dell’Ungheria, il gulasch: per questo si utilizzano i muscoli ben infiltrati di grasso, specie il collo e l’anteriore. La frollatura si aggira intorno ai 15 giorni. «Mentre per le costate di Angus la frollatura dura almeno 25 giorni. Suggeriamo di cucinare la costata, alta almeno 5 cm, per 3 minuti in padella calda su ciascun lato. Poi mettere in forno a 180 °C per una decina di minuti. La carne si intenerisce ulteriormente e diventa ancor più succulenta». Nel banco frigo si esaltano i tagli di carne, un po’ meno i prontocuoci, perché alle famiglie da queste parti piace ancora molto cucinare. Il reparto dedicato ai salumi si caratterizza per i salami Békéscsaba, una IGP di grande rinomanza tra i magiari. Modalità di produzione accurata, carne suina di prima qualità e una meticolosa stagionatura sono i trucchi che hanno reso così popolari questi insaccati, specie nei villaggi di Medgyesegyháza e Ambrózfalva, nel Sud-est del Paese. Poi ci sono le salsicce di Csaba (Csabai Kolbász – Csabai vastagkolbász IGP, NdR). Fondamentali nella produzione sono l’età del suino, la qualità e quantità di paprika e la proporzione di questa con gli altri ingredienti. Inoltre il tipo di legno utilizzato per l’affumicatura, paglia o gli stocchi essiccati del mais.
Fonte: “Hússzabóság, artisti delle carni” di Riccardo Lagorio, Eurocarni 9/24
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londranotizie24 · 2 months ago
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micro961 · 2 months ago
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Angelo Iannelli: “DAG”
Il 20 settembre arriva in radio il nuovo singolo del cantautore romano, secondo estratto dall’ album “Vicini margini”
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“DAG” è il secondo singolo estratto da “Vicini margini”, il nuovo album del cantautore romano Angelo Iannelli. Questo brano, ricco di suggestioni e dall’andamento nostalgico, racconta emozioni di vita vissuta. 
La canzone narra la ricerca di se stesso da parte dell’Io narrante, raffigurando la solitudine in cui la mancanza di calore è rappresentata da una sigaretta che brucia, l’unica “cosa accesa” che ha accanto.
“DAG” è un viaggio emotivo che invita l’ascoltatore a riflettere sulle proprie esperienze e a trovare un senso di connessione in un mondo spesso desolato. 
Il testo del brano è dello stesso Iannelli, mentre la musica è stata scritta a quattro mani con Riccardo Corso. 
Il singolo è stato arrangiato, suonato e mixato da Alessandro e Francesco Cosentino (Fratelli Cosentino), poi masterizzato in analogico da Riccardo Parenti presso l’Elephant Mastering. Il video che accompagna la canzone, diretto e montato da Iannelli, è stato girato in una desolata Roma notturna.
youtube
DICONO DEL SUO DISCO
«Morbido, malinconico anche dentro dinamiche più presenti, antico ma non vecchio.» RaroPiù
«Un disco da leggere, un disco che cerca di condurmi in quei “margini” che sono i limiti che definiscono lo spazio tra la nostra zona di comfort e il resto del mondo. E la voce di Iannelli ci tiene spesso ad emancipare questo stato di quiete e cerca non solo la pacata ragione ma anche l’irruente tempismo di un istinto.» Bravo On Line
«Si percepisce la dimestichezza di un cantautore che sa cogliere i segni dietro ai quali si celano emozioni e sentimenti, del resto non a caso è anche uno scrittore che ha affinato la sensibilità di chi coglie e trasmette a chi ascolta o legge il suo “sentire”.» Musica Mag
«Angelo Iannelli è sempre a due passi dal confine, come una sfida ma anche come un bisogno per guardare tutto. “Vicini margini” sembra potente nella sua semplicità. Di sicuro non è un disco per far scivolare il tempo» Mondo Spettacol
Angelo Iannelli vive a Roma da quando è piccolo. Cantautore, scrittore, attore, nonché autore teatrale e cinematografico è una figura poliedrica nel mondo artistico contemporaneo. 
Autore del testo dello spettacolo teatrale “Dalla notte del mito all’Eneide, nei luoghi e nei tempi di Virgilio”, interpretato insieme a Michele Placido e Alessandro Haber, ha recitato in numerose serie tv, tra cui “Squadra antimafia”, “R.I.S.”, “L’onore e il rispetto”, “Che Dio ci aiuti” e “Il clandestino” (2024).
Ha pubblicato il romanzo “Bar Binario” (Aracne editrice, 2016), il saggio scientifico “L’Io diviso. Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento” (Aracne, 2013) – presente nel catalogo di alcune tra le più prestigiose Università e biblioteche internazionali (Sorbonne Université, Harvard, Princeton, Library of Congress, New York University) – e il saggio “Il Metodo V.D.A.M. Una pedagogia attorica” (2023).
È autore del documentario “Intervista a Carlo Merlo, il maestro delle Star” – in cui sono approfonditi i più importanti metodi contemporanei di recitazione – e di diversi cortometraggi indipendenti di cui ha curato la sceneggiatura e la regia.
Nel 2016 è uscito il suo primo album musicale, “Il cannocchiale”, seguito da numerosi singoli tra i quali “Il bambino di Aleppo”, “Comico dell’arte”, “GPB”, “Poema vocale”, “Malbene”, “Così scappi da te” e “Come a Hollywood” (2023). 
Ha collaborato, tra gli altri, con l’illustratore, animatore e regista Michele Bernardi (Colapesce, Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica, Tre allegri ragazzi morti), che ha realizzato il videoclip de “Il bambino di Aleppo”, con Alessandro Canini (Venditti, De Gregori), con Riccardo Corso (Cristicchi) e con i Fratelli Cosentino (Ariete, Franco 126).
Dei brani di Iannelli hanno parlato, mediante recensioni, interviste, live in diretta e brani in rotazione: RAI Isoradio, RAI Sport radio, Tgcom24, Mediaset Infinity, Radio Lattemiele, Il giornale, La Repubblica, Il messaggero, Leggo, TGR Lazio e diverse altre testate.
Attualmente insegna Lettere in una scuola superiore di Roma ed è Docente di discipline cinematografiche nell’ambito del “Piano Nazionale Cinema”.
Il 10 maggio 2024 esce in radio “Elettronica”, singolo estratto dal suo nuovo album “Vicini Margini”, pubblicato il 24 maggio dello stesso anno per Matilde Dischi / Artist First. Il 20 settembre 2024 esce in radio “DAG”, secondo singolo estratto dal disco.
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omarfor-orchestra · 10 months ago
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Ma poi in che senso siete amici Riccardo
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alessandro55 · 3 months ago
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Homo Elegans
Come costruire il guardaroba ideale
Riccardo Villarosa, Giuliano Angeli
Foto Eredi Marcarini
ideaLibri, 1990, 192 pagine, 29x25cm, ISBN 9788870821
euro 120,00
email if you want to buy [email protected]
Un abito capace di affrontare anni di onorevole servizio senza mai tradire il suo proprietario è un abito il cui taglio, tessuto e confezione sono di prim'ordine. Quindi un investimento. Ma un buon abito da solo non fa guardaroba: questo infatti è l'insieme di diversi capi, tutti di qualità, coordinati in modo da affrontare le più diverse esigenze e le più disparate occasioni, dallo sport alla sera più formale. E' questa l'eleganza? Non ancora. Perchè per essere davvero eleganti, bisogna che l'abito sia su "misura" di colui che lo porta, e non tanto nel senso che gli sia stato fatto addosso, quanto che - al di là delle mode - risponda al suo tipo fisico, al suo carattere, alla sua personalità. Questo libro è una guida ma anche un manuale: indica cosa scegliere, come e cosa accostare, ma prima ancora insegna a conoscere, riconoscere, valutare i tessuti - elemento cardine di un abito di qualità-, quindi la linea, lo stile e la confezione: insomma che cosa c'è dentro un abito. Non pretende di insegnare l'eleganza. Ma, attraverso tutta una serie di informazioni, di abbinamenti, di stimoli, a questa si arriva di conseguenza. La parte relativa ai tessuti e alla tecnica sartoriale è stata realizzata con la preziosa consulenza del Gruppo Ermenegildo Zegna.
05/09/24
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notiziariofinanziario · 5 months ago
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Il Gruppo S.E.M. annuncia l'acquisizione di Birrificio 620 Passi.
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Il Gruppo Sorgenti Emiliane Modena, tra i principali operatori in Italia nell’imbottigliamento e nella distribuzione anche all’estero di acque minerali, è lieto di annunciare l’acquisizione di una importante realtà specializzata nella produzione di birra artigianale.  Questo importante passo strategico è stato possibile grazie alla compartecipazione di Friulia, finanziaria della Regione Friuli-Venezia Giulia, la cui mission è quella di promuovere lo sviluppo economico del territorio, che ha svolto il ruolo di facilitatore nella negoziazione per finalizzare l'acquisto. Birrificio 620 Passi, il primo ‘birrificio condiviso’ d’Italia, è una eccellente realtà italiana rinomata non solo per la qualità eccelsa delle sue birre, prodotte con metodi tradizionali e ingredienti di primissima scelta, ma anche per la sua filosofia di crescita basata su una community di appassionati di birra. “Il nostro birrificio ha sviluppato una strategia innovativa, coinvolgendo direttamente i propri sostenitori attraverso operazioni di crowdfunding, trasformandoli in soci e creando un forte senso di appartenenza e partecipazione al progetto. – ha dichiarato Riccardo Caliari, Presidente del birrificio artigianale – I nostri soci sono un valore aggiunto importante e differenziante dell’intera operazione e l’ingresso del Gruppo SEM, che è un partner industriale forte e intenzionato a rafforzare la propria presenza nel settore delle bevande, permetterà al Birrificio 620 Passi di continuare a crescere ampliando ulteriormente la nostra offerta, sempre nel rispetto della qualità che ci caratterizza.” La sinergia tra il know-how del Gruppo SEM, il supporto finanziario e istituzionale di Friulia e l’esperienza nella produzione di birre artigianali del Birrificio 620 Passi garantiranno lo sviluppo di nuovi prodotti, mantenendo l’alto standard qualitativo che ha caratterizzato fino ad ora la produzione del birrificio artigianale. La presenza della Finanziaria Regionale nella compagine sociale del Birrificio 620 Passi è stata un elemento importante per la riuscita dell'operazione, grazie al quale è stato possibile strutturare un accordo vantaggioso per tutte le parti coinvolte, garantendo la continuità produttiva e l'innovazione. “A circa due anni dall’operazione che ha visto Friulia supportare la crescita del Birrificio 620 Passi, celebriamo un altro importante momento nel processo di espansione dell’azienda. L’ingresso nel Gruppo SEM permetterà infatti di sfruttare l’esperienza e il network internazionale per raggiungere nuovi mercati mantenendo la stessa qualità del prodotto. Siamo felici di aver contribuito, ancora una volta, allo sviluppo di una realtà locale vincente e intraprendente nel suo percorso di crescita.” Federica Seganti, Presidente e Amministratore Delegato di Friulia S.P.A. "Questa acquisizione rappresenta un passo significativo per il nostro gruppo, - ha dichiarato Claudio Turchi, CEO e titolare del Gruppo SEM. "Siamo entusiasti di poter collaborare con stimate realtà del panorama territoriale e con una realtà produttiva che condivide i nostri stessi valori di qualità, sostenibilità e innovazione. Insieme, potremo offrire ai nostri clienti una gamma ancora più ampia di prodotti eccellenti. L’operazione, fatta per differenziare il business implementando i prodotti della filiera beverage, intende altresì completare e far cresce l’ottimo lavoro dei founders e dare vita a un’operazione unica, interessante ed economicamente importante per il nord est.” l Gruppo SEM continua così il suo percorso di crescita e diversificazione, confermandosi un attore di primo piano nel panorama italiano delle bevande. Con questa nuova acquisizione, l’azienda si prepara ad affrontare nuove sfide e a cogliere le opportunità di un mercato in continua evoluzione. Il Gruppo è stato assistito dall’Advisor finanziario Roberto Berardi dello studio SKEMA, realtà di consulenza aziendale strategica integrata di Rimini e dai suoi soci Pietro Vanni e Lorenzo Nardella per gli aspetti contabili, fiscali e di business. Il dott. Stefano Scuratti della Galileo Business Consulting ha curato la fase di origination nel processo di M&A Advisory; la contrattualistica e gli altri aspetti legali sono stati curati dall’avv.to Paolo Cerina di Cerina Studio Legale. Birrificio 620 Passi nasce nel 2018 da un gruppo di appassionati di birra di qualità. La grande attenzione ai dettagli e alle materie prime è il requisito fondamentale per la produzione di una birra artigianale equilibrata, con un carattere unico e distintivo. Partendo da un piccolo birrificio artigianale, questa realtà è riuscita in pochi anni a dare vita a una solida e rispettata azienda grazie a una brillante operazione di crowdfunding. Questo approccio innovativo ha permesso di coinvolgere direttamente i propri sostenitori, trasformandoli in soci e creando un forte senso di appartenenza e partecipazione. Grazie alla passione e alla dedizione dei suoi fondatori, il birrificio è riuscito a crescere e a svilupparsi, mantenendo sempre al centro i valori di qualità e autenticità. Read the full article
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italiaefriends · 5 months ago
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"Scelte di Vita" La riscoperta del benessere nei Borghi. di Riccardo Rescio
Esistono molti modi per dare una svolta alla propria vita. Si può cambiare lavoro, città, amori, passioni, hobby. Ma si può anche fare la scelta delle scelte, quella di andare a vivere in un Borgo, che è poi quella scelta che può dare il vero senso della vita, con un diverso diverso con le natura e le persone, trovando finalmente quel sapore mai conosciuto o solamente dimenticato. In un mondo…
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m2024a · 3 months ago
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"I giovani sono soli e la famiglia è implosa. I genitori si sveglino" Non c'è il movente? Sì, ma i segnali di malessere in Riccardo c'erano. «Semplicemente non sono stati visti». Quindi, nella narrazione della famiglia da Mulino Bianco e del bravo ragazzo che giocava a pallavolo e frequentava il liceo, bisogna saper leggere nelle fessure invisibili. Ben oltre la perfezione della vacanza in barca e della villetta borghese. Chiediamo una guida a Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che nel suo ultimo libro, intitolato «Mordere il cielo», invita a riappropriarci con audacia delle nostre emozioni, a esprimerle, a viverle. Per non soffocare. Cosa c'è dietro la storia di Paderno? Vuoto emotivo? Fragilità che si è tradotta in violenza? «Fragilità, fragilità, non ne posso più di sentire questa parola. Basta pietismo, basta togliere le castagne dal fuoco ai nostri figli». E allora in cosa va ricercata la crepa? «Nella famiglia di oggi. Implosa da anni. I genitori controllano in tempo reale il registro elettronico dei figli, sanno che voto hanno preso in italiano già alle 10,30 del mattino ma non sanno dove sono alle 3 di notte. Quante volte i padri chiedono 'come stai?' al figlio durante la cena? E, se lo fanno, quante volte ascoltano la risposta?». Riccardo dice: 'Mi sentivo solo, estraneo in casa mia'. «Sì, in generale i ragazzi sono soli, sempre di più. Lo hanno voluto i genitori. Tutto è costruito perché i ragazzi siano isolati: telefonini, visori in 3D, social. Perfino le università, on line. Usano il cellulare anche in discoteca. La solitudine è decuplicata. Non diciamo che dietro a storie come quella di Paderno ci sono i disagi maturati in pandemia. La strage di Erika e Omar era ben prima della pandemia». D'accordo. Ma come possiamo cambiare rotta? «La domanda vera è: vogliamo cambiare rotta? Dovremmo cominciare in casa e proseguire cambiando la scuola ma, mi sembra chiaro, non siamo disposti a farlo». Come dovrebbe cambiare la scuola? «Facciamo un esempio. I ragazzi fanno sesso a 13 anni. Forse è ora di mandarli a scuola un anno prima, a 5 anni. E poi dobbiamo incoraggiare il tempo pieno, come negli altri Paesi. Ci siamo sgolati per introdurre l'ora di educazione sentimentale nell'orario scolastico ma è rimasto uno slogan e basta. È ovvio che non basti un'ora. Così come lo psicologo scolastico. Rischia di essere persino dannoso se non è preparato». Però lo psicologo a scuola può aiutare a intercettare un disagio latente. «Quello è il compito della famiglia. Che deve tornare a essere tale. Prima dei governi e delle istituzioni, dobbiamo cambiare noi, in casa». Siamo genitori troppo molli? «I genitori pensano di educare proteggendo, facendo le cose al posto dei figli. E stanno crescendo giovani che nemmeno sanno apparecchiare la tavola, tanto ogni sera trovano tutto pronto, non hanno bisogno di imparare. La famiglia di una volta invece era quella con dieci persone, tutti aiutavano tutti, nessuno veniva servito. Ora invece si concede tutto per uno strano senso di colpa che sovrasta i genitori». Quindi i ragazzi hanno meno occasioni per crearsi gli anticorpi, per mettersi alla prova? «Lo abbiamo voluto noi. E sinceramente non vedo un grande futuro. Non sono spronati a studiare. Nessuno si preoccupa dell'aumento delle iscrizioni alle università on line, è un business così florido che ovviamente non si arresterà. Vogliono fare tutti gli influencer. Ma chi li costruirà i ponti in futuro? Chi li farà i trapianti di fegato? Questa generazione non ha più voglia di studiare». Perchè ha tutto. «Ha anche più di tutto. Questa è una società basata sull'eredità: anche se non lavori e non impari una professione pazienza, tanto puoi mettere in affitto il bilocale ereditato dal nonno in piazza Cordusio». Seguendo il suo ragionamento, i casi simili a Paderno potenzialmente potrebbero essere molti di più. «Ci sono tante altre storie meno tragiche ed eclatanti che non vengono raccontate ma che denunciano lo stesso disagio».
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Un anno senza Silvio Berlusconi, il ricordo alle Camere
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Un anno senza Silvio Berlusconi, il ricordo alle Camere. Ad un anno dalla sua scomparsa, alle Camere c’è stata la commemorazione di Silvio Berlusconi. «Che cosa ha fatto Berlusconi di unico? Aveva la capacità di sognare, ma questa ce l'avevano tanti; lui aveva la capacità di realizzare i sogni». Così il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Berlusconi - ha ricordato La Russa - inventò la discesa in campo, e nessuno immaginava che Fini e Bossi potessero scendere in campo insieme, solo lui poteva sognare una compagine così innovativa e vincente». La Russa ha poi salutato i familiari di Berlusconi, i figli, i nipoti e Marta Fascina, ed ha invitato l'aula ad un minuto di silenzio. Al termine di questo, l'Aula ha tributato un applauso a Berlusconi. Anche il segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricorda nell'Aula di Palazzo Madama la figura di Silvio Berlusconi, a cominciare dalle varie iniziative anche legislative che prese da Presidente del Consiglio e da leader politico come la "legge obiettivo" e la decisione di rendere «le nostre ambasciate luogo di promozione per le nostre imprese nel mondo». Tajani ha sottolineato la «forte vicinanza» di Berlusconi «agli Stati Uniti a prescindere da chi fossero governati». E poi ha parlato del suo «impegno per legare la Russia all'occidente, con il tentativo di bloccare l'invasione di Tbilisi da parte della Federazione russa». Duro attacco del M5S alla Camera nei confronti di Silvio Berlusconi, soprattutto per le sue vicende giudiziarie. Protagonista dell'attacco il pentastellato Riccardo Ricciardi: «Non accettiamo la beatificazione di una persona che ha dato dell'eroe a un mafioso come Vittorio Mangano». Parole che hanno scatenato una bufera, tanto che il centrodestra ha lasciato immediatamente l'Aula in segno di protesta. Alessandro Cattaneo di Forza Italia ha detto: «Non è stata una commemorazione ma uno sciacallaggio politico». Il M5S ha deciso poi di non partecipare alla commemorazione a Palazzo Madama. Ai cinquestelle ha risposto duramente anche  Tajani: «Berlusconi ebbe alto il senso delle istituzioni partecipando al governo Draghi del quale fece parte anche M5S: se andava bene allora non vedo perché non vada bene adesso. Se il giudizio morale era così negativo perché accettare di stare insieme?».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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